frontespizio
premessa
ambiente fisico
uomo e ambiente
flora
vegetazione
fauna
bibliografia
cartina
Introduzione
Elenco
Iconografia
Isolati lembi naturali di un territorio profondamente modificato dall'uomo, gli aspri valloni fluviali che incidono l'altopiano ibleo costituiscono spesso importantissimi rifugi per la fauna. Ne offre un ottimo esempio l'alta Valle dell'Anapo, che, per le particolari caratteristiche geomorfologiche e vegetazionali, ha conservato un popolamento animale d'elevato interesse ecologico, biogeografico e protezionistico.
La fauna invertebrata, in particolare, è ricca di endemismi e relitti terziari, sopravvissuti nel settore sudorientale della Sicilia perché rimasto a lungo separato dal resto dell''isola durante il Pliocene e Pleistocene.
L'ambiente ripario ospita gli stadi immaginali di vari endemiti siculi o strettamente iblei, legati alle acque dolci nello stadio larvale: il tricottero Hydropsyche gereckei Cianf. & Mor. ed i plecotteri Protonemura helenae Nicolai, sinora noto soltanto per l'Anapo, e Isoperla hyblaea Cons., rinvenuto qui e lungo l'Irminio. Da segnalare anche la presenza di una piccola cicala, Malenia sicula Haupt, endemica di Sicilia e Calabria, che vive sulla vegetazione ai margini del fiume (mai in prossimità di acque stagnanti) in habitat costantemente in ombra: se ne conoscono soltanto popolazioni esigue e localizzate.
Nei roveti che si estendono ai margini dei boschi di fondocava vivono, perfettamente mascherati con l'ambiente, diversi insetti stecco (Fasmoidea), che qui, nutrendosi di foglie ricche di tannino, rinvengono un pascolo ideale. Negli Iblei siracusani sono presenti ben cinque specie, di cui tre strettamente endemiche: Bacillus lynceorum Bullini, Nascetti & Bianchi, Bacillus grandii grandii Nascetti & Bullini e Bacillus whitei Nascetti & Bullini, specie ibrida, costituita da sole femmine, di cui si stanno mettendo in luce aspetti della biologia riproduttiva davvero complessi e sorprendenti.
Nelle leccete più umide e fresche, sotto i massi infossati è possibile osservare Amaurops sulcatula confusa Dodero, un antichissimo coleottero pselafide, lungo circa 2 cm, cieco ed evidentemente adattato alla vita endogea. Fra la lettiera si aggira il carabide Calathus solieri Bassi, distribuito in Africa settentrionale, Isola di Pantelleria, Sardegna e Sicilia: in generale piuttosto raro e localizzato nella nostra Isola, sembra avere negli Iblei la sua roccaforte. Fra gli stafilinidi, vanno citati come elementi caratteristici Quedius masoni Zanetti, Bolitobius sicilianus Luze, Quedius magniceps Berhauer e Gabrius doderoi Gridelli. Nella stesso ambiente sono stati rinvenuti tre opilioni endemici: Nelima meridionalis Marcellino, Metasclerosoma siculum Marcellino e Anelasmocephalus calcaneatus Martens & Chernini.
Bacillus withei foto di C. Milluzzo |
Bacillus grandii foto di C. Milluzzo |
Più appariscente e, per ciò stesso, maggiormente vulnerabile, la fauna vertebrata della Valle si è andata impoverendo drasticamente fra gli anni settanta ed ottanta del Novecento, ma sembra oggi in ripresa.
Tra i mammiferi, le presenze di maggiore rilievo sono la Martora (Martes martes L.), con un po' di fortuna avvistabile anche in pieno giorno e non legata strettamente alle formazioni forestali, l' Istrice (Hysrix cristata L.) e numerosi chirotteri, favoriti dall'intenso carsismo e dalla notevole diversificazione di fasce ambientali. Un'ampia cavità naturale che si affaccia sul Calcinara, nota indicativamente come Grotta dei pipistrelli, ospita una colonia estiva di Vespertilio maggiore (Myotis myotis Borkausen) assai consistente, oltre a tre rinolofidi di spiccato interesse protezionistico: il Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum Schreber), che la Convenzione di Berna del 1986 considera specie gravemente minacciata di estinzione; il Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros Bechstein), incluso dalla medesima Convenzione tra le specie vulnerabili; il Rinolofo di Mehely (Rhinolophus mehelyi Matschie), molto raro in tutto il territorio nazionale. In inverno, la vicina Grotta Trovato, sebbene particolarmente frequentata dai visitatori, accoglie pure il Rinolofo euriale (Rhinolophus euryale Blasius), di cui si conoscono in Sicilia pochissime stazioni.
Martora foto di C. Milluzzo |
Istrice foto di C. Milluzzo |
Delle cinquantanove specie ornitiche che nidificano nella Riserva, le più significative sono legate alle formazioni forestali e alle pareti rocciose. Fra le prime, vanno anzitutto ricordati il Codibugnolo di Sicilia (Aegithalos caudatus siculus Whitaker ), importante endemismo dell'avifauna siciliana che negli Iblei occupa un areale ristretto e frammentato, e lo splendido Rigogolo (Oriolus oriolus L.), estremamente localizzato come nidificante. Sono presenti anche due picchi: il Torcicollo (Jynx torquilla L.), che, nutrendosi quasi esclusivamente di formiche, offre un tipico esempio di specializzazione alimentare, ed il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major L.), il cui recente insediamento nel fondocava va forse correlato alle morie di platani, che hanno favorito gli insetti xilofagi dei quali ricerca attivamente le larve. Singolarmente, per le peculiarità microclimatiche delle cave, passeriformi come il Pettirosso (Erithacus rubecola L.) ed il Luì piccolo (Philloscopus collybita Vieillot) nidificano in quest'area a quote molto più basse (200 m) di quelle solitamente occupate per la riproduzione.
Tipici elementi dell'avifauna rupicola sono l''abbondante Storno nero (Sturnus unicolor Temmink), in Italia esclusivo di Sicilia e Sardegna, il Passero solitario (Monticola solitarius L.), il Gheppio (Falco tinnunculus L.), la Poiana (Buteo buteo L.) ed il grande Corvo imperiale (Corvus corax L.), che in inverno forma talora assembramenti di oltre settanta individui. Sui piccioni che sorvolano le gole imperversa fulmineo il Falco pellegrino (Falco peregrinus Tustall), rapace in netta espansione che nella vallata può allevare con successo fino a cinque giovani l'anno: un vero record di produttività, ecologicamente assai indicativo trattandosi di un predatore al vertice della piramide alimentare. Altro falconide presente è il Lanario (Falco biarmicus Temmink), più elusivo e localizzato, di cui la Sicilia ospita la maggiore popolazione europea. Nel corso dell'ultimo trentennio del Novecento sono invece scomparsi il Capovaccaio (Neophron percnopterus L.), il Nibbio reale (Milvus milvus L) e l' Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus Vieillot), la quale, però, stando a fonti d'incerta attendibilità, in anni recenti si sarebbe nuovamente insediata nella valle.
Riguardo agli uccelli più strettamente associati all'acqua, deve segnalarsi la regolare nidificazione, rilevata a cominciare dagli anni novanta, di alcune coppie di Martin pescatore (Alcedo atthis L.): questa specie, ponendosi al termine delle catene alimentari fluviali, può considerarsi un valido indicatore di salute dell'Anapo. Sembra invece scomparso il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus Brehm), di cui prima era nota un'a esigua popolazione.
Codibugnolo di Sicilia foto di C. Milluzzo |
Falco pellegrino foto di S. Cacopardi |
Molto ricca l'erpetofauna, soprattutto nei tratti che presentano una vegetazione a mosaico (formazioni di querce caducifoglie, macchie e garighe variamente compenetrate): fra gli altri rettili, rivestono interesse protezionistico la Testuggine di Hermann (Testudo hermanni Gmelin), in generale regresso ma ancora facilmente osservabile in prossimità di sorgive, il Colubro liscio (Coronella austriaca Laurenti), comune ma almeno apparentemente piuttosto localizzato, ed il multicolore Colubro leopardino (Zamenis situla L.), considerato il più bel serpente europeo, che in quest'area è ancora ampiamente distribuito.
Per quanto concerne gli anfibi, si devono menzionare due anuri ecologicamente specializzati: il Discoglosso dipinto (Discoglossus pictus Otth), singolarmente adattatosi a specchi d'acqua minuscoli come pozzanghere ed abbeveratoi, e la Raganella italiana (Hyla intermedia Boulenger), legata alle ripe con densa vegetazione e di abitudini prevalentemente arboricole.
Raganella italiana foto di C. Milluzzo |
Lucertola siciliana foto di S. Cacopardi |
Riguardo l'ittiofauna, si deve purtroppo segnalare, sulla base di recenti indagini, che la Trota sarda (Salmo [trutta] macrostigma Dumèril) sembra ormai scomparsa dall'Anapo come forma pura perché ibridata con la Trota fario (Salmo trutta trutta L.), specie alloctona introdotta a scopo di ripopolamento, che ha instaurato una cospicua popolazione.
Trota foto di C. Milluzzo |